Rapporto di lavoro subordinato tra ex coniugi e collaborazione tra familiari

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L’onera della prova in ordine all’esistenza di un rapporto di lavoro subordinato spetta al coniuge che richiede il riconoscimento della retribuzione.

Qualora un ex coniuge agisca in giudizio per il riconoscimento del lavoro subordinato prestato a favore dell’altro coniuge, incombe su chi propone la domanda l’onere di provare la sussistenza degli elementi tipici della subordinazione, con particolare riferimento all’assoggettamento al potere direttivo – organizzativo dell’altro coniuge e all’onerosità della prestazione.

Il predetto principio di dirittto è stato formulato da una recentissima pronuncia del Tribunale di Padova in funzione di Giudice del Lavoro, in un procedimento in materia di lavoro seguito dall’avv. Luciano, in qualità di difensore di parte resistente (Trib. PD sentenza dott. Pascali n. 522/2022).

In tale procedimento la ricorrente, ex moglie, chiedeva che le fossero riconosciute delle ingenti somme di denaro per aver collaborato per circa due anni alle attività imprenditoriali dell’ex marito.

La Sezione Lavoro del Tribunale di Padova, applicando un recente principio giurisprudenziale enunciato dalla Corte di Cassazione, ha chiarito che, in assenza di specifica prova degli elementi fondanti un rapporto di lavoro subordinato, l’attività lavorativa prestata dall’ex moglie deve inquadrarsi nella semplice collaborazione tra familiari

sentenza Tribunale Padova GL n. 522-2022

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